©Andrea Mura – Route du Rhum – October 2010 – Photocredit: AFPA
Il navigatore italiano Andrea Mura è guidato da un vento speciale, un vento che porta il nome e lo spirito della sua terra natale: la Sardegna. Questo vento non solo ha ispirato il nome del suo progetto e della sua barca, “Vento di Sardegna”, ma simboleggia anche l’orgoglio che nutre per le sue origini. Parlando del suo sogno, Mura afferma: “Desidero navigare intorno al mondo in solitario partecipando alla Global Solo Challenge con la mia storica barca, compagna di mille avventure. Nel 2007, ho acquistato questo Open 50’ già animato dal proposito di far conoscere, grazie alle mie imprese sportive, la Sardegna in tutto il mondo. Infatti, dal 2008, ho navigato sotto il vessillo dei quattro Mori, partecipando a numerose regate d’altura sia in ambito nazionale che internazionale e conquistando molteplici vittorie. Sono convinto che la GSC, oltre a rappresentare l’opportunità di realizzare un progetto personale che mi sta a cuore, sia anche un’occasione unica per promuovere la mia meravigliosa terra nel mondo.”
La passione di Andrea per la vela ha radici nella sua infanzia, alimentata dal padre Sergio Mura, uno dei fondatori dello Yacht Club Cagliari che gli ha trasmesso l’amore per il mare. “Negli anni ’70, all’età di 6 anni, ho iniziato a praticare la vela. Mio padre mi ha iniziato a questo sport che è diventato la mia vita. Ho partecipato a tante regate, ma sicuramente non posso dimenticare le vittorie della Ostar del 2013 e del 2017.”
Mura inizia il suo percorso nel mondo della vela sulle derive, in doppio. Durante gli otto anni in cui milita nella squadra Nazionale Italiana di Vela, nelle categorie 420 e 470, partecipa a tre tentativi di qualificazione per i Giochi Olimpici. I suoi notevoli risultati gli fruttano, già a diciotto anni, la Medaglia d’argento al valore atletico. Successivamente, Mura passa a navigare su imbarcazioni più grandi, dai J24 ai Maxi yachts.

Nel 1989, la carriera del velista italiano prende una svolta significativa quando Tommaso Chieffi lo invita a unirsi all’equipaggio de “Il Moro di Venezia”. In qualità di randista, Mura e il rinomato equipaggio guidato da Paul Cayard, vincono la Louis Vuitton Cup e partecipano poi alla 28° edizione della Coppa America nel 1992, che viene vinta da America³. Nei primi anni del 2000, Andrea continua a navigare, ricoprendo ruoli come randista e aiuto tattico in regate di prestigio a livello internazionale. Si distingue a bordo del “Bribòn” dell’equipaggio del Re Juan Carlos di Spagna e del “My Song” di Pierluigi Loro Piana, confermando il suo talento e la sua versatilità.
Nonostante il successo nelle regate in equipaggio, sente forte il richiamo della vela in solitario, una disciplina praticata da pochi in Italia. Nel 2007, acquista l’Open 50 “Wind Express” da Pasquale De Gregorio, che aveva partecipato al Vendée Globe 2000-2001, e lancia il progetto “Vento di Sardegna”. La sua carriera di navigatore solitario inizia con successo: nel 2010, dopo aver vinto tre edizioni della Roma x 2, si cimenta nella Route du Rhum, dove conquista il primo posto nella categoria classe Rhum, diventando il primo italiano a raggiungere tale traguardo. Nel 2012, la sua abilità viene ulteriormente confermata quando vince la Two Handed Transatlantic Race (o Twostar) da Plymouth a Newport, sia in tempo reale che in tempo compensato IRC, in doppio con Riccardo Apolloni. Nel 2013, Mura vince per la prima volta la OSTAR in 17 giorni, 11 ore e 12 minuti, e l’anno seguente si piazza secondo di categoria alla Route du Rhum. Inizia, in seguito, a preparare una campagna per partecipare al Vendée Globe del 2016-17 ma, a causa della mancanza di fondi, il progetto viene abbandonato e la barca venduta. Nel 2017 ha una rivincita sportiva, vincendo per la seconda volta la OSTAR, questa volta in solitario, con quattro giorni di vantaggio sul secondo.
Una lunga carriera ma Andrea dichiara: “Ogni individuo è unico e ha una storia a sé. Per me, affrontare questa sfida è un traguardo importante. Grazie alla mia esperienza, riesco a coniugare nel mio progetto il ruolo di skipper e quello di progettista e collaudatore. Mi sono preparato in pochissimo tempo perché desideravo da tanto compiere un’impresa simile. Credo che la determinazione sia il tratto del mio carattere che mi ha permesso di essere risoluto nel perseguire questo obiettivo e sicuramente mi aiuterà a portarlo a termine con successo. Vorrei diventare il primo velista nella storia della mia regione a circumnavigare il pianeta in solitario, per dimostrare che i sardi sono anche navigatori.” Concludendo la GSC in solitaria senza assistenza e senza scalo sarebbe in ogni caso solo il quinto italiano a riuscire nell’impresa dopo Simone Bianchetti, Pasquale De Gregorio, Alessandro Di Benedetto e Giancarlo Pedote.

La sua imbarcazione, fedele compagna di regate da quindici anni, rappresenta il binomio perfetto per la sua avventura alla GSC. Un mezzo affidabile, che lo skipper conosce in ogni suo dettaglio e costituisce una solida base e uno dei punti forti del suo progetto. Vento di Sardegna è un Open 50 realizzato nel 2000 su progetto di Felci Yacht Design, studio fondato dall’architetto Umberto Felci, uno dei più rinomati designer di yacht a vela, insieme all’Ingegnere Lorenzo Giovannozzi, specializzato in progettazione di strutture e appendici idrodinamiche.
Andrea Mura e Umberto Felci, entrambi nati nel 1964, si sono incrociati ed incontrati varie volte nei loro percorsi di vita e carriere sportive prima che Mura iniziasse a navigare su un’imbarcazione progettata da quest’ultimo. Umberto Felci inizia a praticare la vela sul Lago di Garda, entrando, come Mura, nella squadra nazionale giovanile 420, nel 1980. La sua curiosità lo porta oltre l’agonismo, ad esplorare la costruzione di barche con materiali innovativi come la fibra di carbonio. Al Politecnico di Milano, si specializza in Architettura, concentrando i suoi studi sulla fisica della vela e sui materiali compositi. I risultati sportivi vanno di pari passo con lo studio teorico e partecipa alle Olimpiadi del 1989 in classe 470. Pochi anni dopo, incontra di nuovo Andrea e insieme condividono la campagna di Coppa America a bordo de Il Moro di Venezia. Dopo quest’esperienza, per Felci inizia una carriera indipendente come progettista di barche. Nel 1998, Felci incontra Lorenzo Giovannozzi e nel 2001 fondano insieme la Felci Yachts Design. Felci condivide anche la sua passione come docente di yacht design al Politecnico di Milano.
Lorenzo Giovannozzi, nato a Milano nel 1969, sviluppa fin da bambino un profondo interesse per la vela e la navigazione. Dopo il liceo scientifico, si iscrive all’Università per studiare Ingegneria Aeronautica al Politecnico di Milano, focalizzandosi sull’aero-fluidodinamica e i materiali compositi. Prosegue la sua carriera velica parallelamente agli studi. Ottenuta la laurea nel 1994, inizia a collaborare con studi di architettura navale, specializzandosi in progettazione di strutture e appendici idrodinamiche. Questo periodo forma le basi per la sua carriera nel design nautico. Nel 1998, dopo un corso di specializzazione in Yacht Design all’Università di Firenze, incontra Felci ed inizia la loro partnership di successo. Ora Giovannozzi si occupa di progettazione nautica in tutte le sue sfaccettature.

Mura era rimasto affascinato dal progetto e dalle sue linee, fin dall’acquisto di Vento di Sardegna, ma per mantenerlo attuale e cercare sempre delle migliori performance, ha continuato ad aggiornare le dotazioni durante svariati cantieri di refit. “Nel corso degli anni ho implementato Vento di Sardegna con migliorie tecniche grazie ad un pool di sponsor e partner tecnici di livello internazionale. Ho alleggerito e trasformato l’imbarcazione secondo le mie esigenze per renderla sempre più competitiva. Ho rinnovato le vele, che ho realizzato nella mia veleria Andrea Mura Sail Design, con materiali all’avanguardia. Oggi, il mio Open 50’ è un’imbarcazione veloce ed affidabile che non patisce i segni del tempo,” racconta Mura.
Per la Global Solo Challenge, Vento di Sardegna è stata dotata dei più sofisticati dispositivi tecnologici e preparata per essere totalmente green ed autosufficiente durante i quattro mesi di navigazione, teoricamente previsti. Quattordici pannelli solari custom sono stati montati sul ponte. A bordo vi sono anche un generatore eolico e delle celle a combustibile che utilizzano il metanolo proveniente dall’uva per produrre energia elettrica. “Siamo completamente autosufficienti nella gestione energetica per lunghi periodi di tempo. La barca è in grado di affrontare forti burrasche ed è preparata per gestire emergenze serie, anche senza assistenza esterna. Il lavoro di refit che ho realizzato prima della partenza è stata una corsa contro il tempo che sono riuscito a portare a termine grazie al cantiere nautico di Porto Corallo che mi ha ospitato e supportato in tutte le fasi di preparazione e grazie a tutte le persone che ci lavorano e che mi hanno aiutato.”
Infatti, i preparativi per la GSC sono iniziati lo scorso agosto e, dopo tre mesi, in un tempo record, Andrea è partito da Porto Corallo in direzione di A Coruña con una barca preparata e provvista di tutto ciò che potesse essere necessario per affrontare questo viaggio esigente. La partenza è stata a dir poco emozionante sulle note di “Con te partirò”