Il crossover delle vele è un termine usato per indicare la combinazione di vele di una barca per tutte le condizioni. Ogni vela ha un range di utilizzo, oltre il quale una vela più piccola la sostituirà. I punti in cui la prima vela deve essere sostituita per la seconda indicano i cambi vela. Il diagramma di crossover ci indica i punti di sovrapposizione fra le vele e i momenti opportuni per i cambi vela. Nel punto di crossover delle vele avremo situazioni in cui sono valide due alternative combinazioni di vela. I cambi vanno fatti se ci aspettiamo che le condizioni varino in favore di una combinazione o l’altra.

Quanto più ampio è il punto di sovrapposizione fra le vele tanto più il nostro gioco di vele è ampio è flessibile. Se invece le sovrapposizioni sono molto limitate vuol dire che al variare dell’angolo o intensità del vento siamo chiamati a frequenti cambi vela. Infatti non appena usciamo dal range ideale di utilizzo di una vela, con una sovrapposizione limitata rispetto alla vela successiva, dobbiamo fare un cambio vela.
Usare una vela fuori range non è una cosa a cui ambire, ma ci sono situazioni variabili dove ridurre i cambi vela diventa un vantaggio. Infatti quando abbiamo chiare tutte le combinazioni di vele possibili per la nostra barca, dobbiamo avere chiari anche i tempi richiesti per i le manovre. Alcuni cambi vela possono richiedere di rimanere a secco di vela di prua fino alla nuova issata. Se i nostri cambi diventano molto frequenti perdiamo inutilmente tempo ed energie.

Il range di utilizzo delle vele
Per range di utilizzo delle vele intendiamo il vento ed angolo minimi e massimi per cui una vela è efficiente. Quando siamo fuori da questi parametri siamo chiamati ai cambi vela. Può non trattarsi di cambi vela ma di riduzioni di tela. I terzaroli della randa sono l’esempio più ovvio, ma esistono altre vele che possono essere ridotte. Sui Mini 650 per esempio il fiocco di prua solitamente ha due mani di terzaroli. Anche lo spinnaker grande spesso può essere ridotto ad un uno spi medio grazie ad una zip. Sui Class40 la trinca può avere una mano di terzaroli.

Sulle barche da crociera inoltre è possibile avvolgere il genoa ed usarlo parzialmente avvolto. Nel caso in cui la performance non sia la nostra priorità è una cosa molto conveniente. La vela solitamente porta disegnati dei cerchietti che ci indicando tre livelli di riduzione, come per i terzaroli. Alcune barche da crociera specie in mediterraneo non hanno neanche la possibilità di passare ad una trinca. Ancor peggio molte barche da crociera non hanno nessun modo realistico di issare una tormentina.
Questo è davvero inaccettabile, ma il problema è che le barche escono dal cantiere senza la possibilità di armare uno strallo interno. Al giorno d’oggi è possibile realizzare uno strallo in tessile (Dyneema) che può essere messo a riposo quando non ci serve usare la trinca. La vela può essere lasciata armata o tolta dalla coperta a seconda della navigazione. La tormentina può essere issata subito sopra la trinca ammainata. Questa soluzione si trova su barche da regata e barche da crociera armate per l’altura.

Estendere il range di utilizzo di una vela
Il velista esperto è in grado inoltre di giocare intorno al range di utilizzo e ridurre i cambi vela. Per esempio se siamo leggermente sotto-invelati possiamo temporaneamente orzare. Questo ci permette di rimandare le manovre fino a che non si sia deciso che le condizioni si siano stabilizzate. Questa situazione accade tipicamente dopo un fronte freddo, quando il vento inizia a calare ma è ancora molto rafficato. In questa situazione siamo costretti a rimanere prudenti o altrimenti ritrovarci improvvisamente con le vele sbagliate e fare danni.
Lo stesso vale quando il vento aumenta, se per esempio una nuvola o una raffica portano ad un vento maggiore per breve tempo. Se non riteniamo che questo sia foriero di un cambiamento di vento permanente, dobbiamo evitare inutili cambi vela. Se siamo di bolina per esempio possiamo far passare la raffica scaricando la randa. Per farlo possiamo agire su carrello e twist della vela. Scarrellare è sicuramente una pratica a cui molti sono abituati.

Temporaneamente depotenziare la parte alta della randa aumentandone il twist è un’altra tecnica. Questo rende la vela meno efficiente per la bolina ma la rende più tollerante, e quindi può non essere sbagliato con onda. Se invece la situazione non è temporanea ma duratura allora meglio dare una mano ed avere una vela piatta ed efficiente. Per per le vele per le portanti, poggiare è il modo per ridurre il vento apparente. Cosi facendo aumentiamo il range evitando temporaneamente i cambi vela.
La tabella dei cambi vela
Su ogni barca (da regata ma non solo) che si rispetti dovrebbe esserci una tabella dei cambi vela. Questa di fatto è la forma tabellare del grafico del crossover delle vele. Per ogni 5-10 gradi di angolo al vento e 2 nodi di intensità del vento indicheremo la combinazione di vele ottimali. Chi conosce bene la propria barca ha questa tabella ben impressa nella mente. Tuttavia averla stampata aiuta di molto nelle scelte quando siamo stanchi. Quante volte ci siamo chiesti se “ci stava” lo spi grande per quell’angolo e per quel vento. Questo perché la nostra memoria storica non ci veniva in soccorso.
Con una tabella dei cambi vela la risposta è a portata di mano ed evita inutili navigazioni con combinazioni inefficienti. Anzi, lo skipper dovrà sempre e continuamente chiedersi se la combinazione attuale è quella giusta. Ovviamente dovrà preoccuparsi non solo della tattica immediata ma anche della strategia d’insieme. Se la tattica è un fattore quasi istantaneo, la strategia è l’insieme delle scelte tattiche nel tempo e nella visione d’insieme. Dunque la mente del tattico potrebbe chiamare a manovre che la mente dello stratega anticiperà o rimanderà. Questo in base alle previsioni meteo, il posizionamento rispetto alla flotta ed altro.

Detto questo, creare una tabella accurata dei cambi vela è importantissimo. La tabella deve essere realistica rispetto alle vostre effettive capacità ed a quello che effettivamente fareste. Alla Global Ocean Race siamo partiti con la tabella che indicava che lo spinnaker grande si ammainava in 22 nodi di vento medio. Quello rifletteva la lunghezza del nostro pelo sullo stomaco alla partenza. Alla fine della regata la cifra reale era sui 30 nodi visto che raramente ammainavamo prima. Lo spi piccolo, il code 5 aveva visto 45-50 nodi di vento, non senza la giusta dose di apprensione.
Programmare i cambi vela
E’ evidente che le manovre non devono di volta in volta rappresentare una sorpresa. Se abbiamo la nostra tabella stampata ed affissa in pozzetto e abbiamo fatto i compiti rispetto al meteo non abbiamo scuse. Anzi, possiamo sfruttare le informazioni per anticipare i cambi vela e navigare sempre entro i nostri limiti. Il fatto di ritardare un cambio vela infatti ha senso solo se stiamo gestendo una raffica temporanea. Ma se le condizioni stanno deteriorando anticipare o essere pronti è l’unica scelta giusta.

Programmare i cambi vela significa anche avere il tempo di discutere le manovre con l’equipaggio. Se si naviga in solitario preparare tutto senza affanno ed in sicurezza. Con tutto sotto controllo si evitano problemi ed intoppi, gli errori possono far perdere un sacco di tempo. Tirando fuori le sacche vele per tempo dobbiamo assicurarci che siano ben assicurate in coperta prima del cambio vele. Perdere una vela a mare è un errore molto più comune di quanto non potreste immaginare.
Ovviamente le manovre dipendono molto da barca a barca. Per chi fra regate fra le boe certo non ci sono genoa con terzaroli. Ci sono anzi più genoa fino ai fiocchi più piccole da issare in massima rapidità su canaline doppie. Per le barche d’altura le vele possono essere issate avvolte, come le trinche su hook, o ingarrocciate su stralli volanti. Le vele da portante possono essere legate con fili di lana, essere incalzate, o sulle barche piccole essere issate da sacca.
Cambi vela su un Mini 650
Per fare qualche esempio pratico, prendiamo in considerazione un Mini 650. Il gioco vele di queste barche a 7 vele in totale con una randa di cappa come ottava vela opzionale. Vediamo quali sono queste 7 inclusi eventuali terzaroli.
- Randa (3 mani di terzaroli)
- Fiocco (1 mano di terzaroli)
- Tormentina (1 mano di terzaroli)
- Spinnaker grande (con possible mano di riduzione)
- Spinnaker medio
- Code 5 (Spinnaker piccolo)
- Code zero / gennaker
- Tormentina (opzionale)

Come vedete le vele sono poche ma le combinazioni non sono affatto poche. Di bolina si prenderanno progressivamente la prima e la seconda mano di terzaroli. A quel punto si darà una prima riduzione al fiocco, data la terza mano alla randa seguirà la seconda al fiocco. Quando anche quest’invelatura sarà eccessiva sarà ora di passare alla tormentina. Su alcuni Mini 650 è armata sullo stralletto interno, su altre sullo strallo di prua dopo aver armato il fiocco. Dare le mani alle vele di prua è scomodo e ci si bagna facilmente. Anticipare queste manovre consente di non lavorare al limite.
Vele andature portanti Mini 650
La mano di terzaroli sullo spinnaker grande non nasce per creare una combinazione di vele aggiuntiva. Sulle lunghe regate avere una mano sullo spinnaker grande permette di usarlo al posto del medio se questo si rompesse. A volte ci sono differenze di dimensione tra il medio e il grande terzarolato, questo perché nascono per una regata specifica. Durante la Mini Transat si naviga spesso in condizioni al limite fra lo spinnaker grande ed il medio. Dunque queste soluzioni creano da un lato ridondanza dall’altro flessibilità rispetto al vento medio atteso.

Il range di utilizzo dello spi grande è nell’ordine dei 20-25 nodi di vento reale medio. Sicuramente si può tenere su uno spinnaker grande su in 25 nodi di vento, ma se dovessimo orzare avremmo problemi. Specie sotto pilota automatico 25 nodi è sicuramente il range massimo di questa vela. A dire il vero in un’ottica di prudenza su una lunga regata dovrebbe essere ammainato prima, diciamo fra i 20 e 22 nodi. Con 25 nodi il medio con due mani di terzaroli alla randa permette un’andatura confortevole anche sotto pilota.

Se però dovessimo orzare saremmo costretti a passare al code 5. Questa vela pur essendo in nylon come gli spinnaker è tagliato più piatto e meglio si presta ad andature più strette. Per molti code 5 l’angolo fra i 125 e i 135 gradi al vento reale regala tantissime soddisfazioni in 25 nodi d’aria. Col vantaggio che poggiando può essere utilizzata come spinnaker per venti fino ad oltre 30 nodi. Tutto deve essere proporzionato al pelo sullo stomaco, alla barca e se stiamo timonando o sotto pilota.

Il code zero su Mini 650
Come avrete notato chiamo spinnaker le vele per le andature portanti. Molti in italia sono abituati a chiamarli gennaker perché asimmetrici. Ma i gennacker sono vele più piatte per andature attorno al traverso, solitamente con vento apparente a oltre metà barca. Le vele per i portanti sono semplicemente degli spinnaker asimmetrici. Il code zero, avvolto su cavo anti torsione è invece chiamato gennack dai francesi.
Parlo di code zero / gennaker perché la stessa vela può essere armata in due modi diversi. In pochissimo vento, sotto gli

8 nodi circa, può essere usato per andare di bolina. Per farlo, assicurarci che il centro velico sia equilibrato dobbiamo armare la vela a 2/3 del bompresso. Quando invece poggiamo e andiamo dalla bolina larga al traverso / giardinetto possiamo armarlo in cima al bompresso.

Dunque nei nostri cambi vela, immaginiamo un vento leggero ed una rotazione in poppa del vento. Inizialmente saremo a randa piena con il code zero armato a due terzi del bompresso. Poggiando fino a circa 75 gradi al vento reale potremmo far slittare verso prua la briglia del bompresso. Così armato il nostro code zero si comporta da gennaker, come un drifter su barche da crociera. Poggiando ulteriormente, diciamo fino ai 115-125 gradi, con vento leggero potremo issare lo spinnaker grande. L’angolo del punto dei cambi vele dipende dai tagli di ciascuna.
Cambi vela su un Class40
Anche su un Class40 il gioco delle vele standard e di 8 vele.
- Randa (3 o 4 mani di terzaroli)
- Solent (Fiocco/Genoa avvolgibile o ingarrocciato, 0 o1 mano)
- Trinca (Avvolgibile o ingarrocciata, 0 o 1 mano)
- Tormentina
- A2 (Spinnaker asimmetrico grande)
- A6 (Spinnaker asimmetrico medio)
- A5 (Gennaker in nylon per ventone)
- Code Zero / Gennaker

La randa di cappa è obbligatoria se non è possibile ridurre la randa del 70% della balumina. Sui Mini 650 invece la randa di cappa conta come ottava vela opzionale. A parte questo dettaglio la situazione è quasi la stessa. Per quanto riguarda la trinca, dall’introduzione della hook di drizza, le versioni avvolgibili non hanno la mano. Di queste vele, 2 possono essere in materiali esotici (aramidi) riservati per randa e fiocco.

Durante la Global Ocean Race potevamo portare una vela aggiuntiva e poteva essere in materiale esotico. Dunque quella vela indicata come Code Zero / Gennaker sono diventate due vele separate. Un Code Zero in Carbonio e Kevlar per la bolina in aria super leggera. Un gennaker per il traverso infinitamente più grande. Questo di dava delle scelte in più ma anche tanto lavoro in più nei cambi vela.
Il crossover delle vele su un Class40 (Global Ocean Race)
La tabella riporta quello che avevamo stabilito prima di partire. A fine regata tutto si era spostato di parecchi nodi in su. Specie per lo spinnaker grande che non veniva più ammainato a 22 nodi ma verso i 28. Lo spinnaker medio restava su fino a 34-36 nodi. L’A5 ha sicuramente visto qualche raffica sopra i 45.
