Da La Coruña a Capo Finisterre: la Costa della Morte

La Coruña

A nord-ovest della penisola iberica, situata nella comunità della Galizia, si trova la città di La Coruña, che trasmette tradizione marinara su tutti e quattro i suo lati, camminando lungo i suoi moli, parlando con la sua gente, assaggiando la sua gastronomia o semplicemente guardando il mare e le sue navi.

Buona parte di quella tradizione è rappresentata senza dubbio dalla Torre di Ercole, il più antico faro attivo al mondo.

I partecipanti della GSC salperanno dal porto di questa bellissima città galiziana. Con il buon lavoro degli skipper, un po’ di fortuna, migliaia di miglia e mesi dopo, li ritroveremo al loro ritorno in questo stesso porto.

Le sfide per questi navigatori solitari iniziano dalla stessa linea di partenza, poiché la prima cosa che dovranno affrontare è la pericolosa e complicata “costa della morte”, che si estende da Arteijo a Finisterre.

La meteorologia è complicata in questa zona, anche se è prevedibile con giorni di anticipo, sempre a seconda dell’anticiclone delle Azzorre, delle depressioni e dei fronti nordatlantici che circolano rispetto alle alte pressioni e della latitudine in cui si muovono.

I venti in questa zona sono variabili, il vento più comune è il nord-ovest e sud-ovest con brezze termiche vicino alla costa, sebbene l’influenza dell’anticiclone delle Azzorre generi un flusso da nord noto come aliseo portoghese.

I temporali sono più frequenti in inverno e rari in estate, ma non improbabili, sono in genere associati a vento da sud-ovest (il “Vendaval” portato dalle burrasche) o da nord-est (Noreste Pardo o vento bruno, così chiamato perché accompagnati da molta nuvolosità) e possono generare venti molto forti accompagnati da mere mosso.

Un fattore molto importante da tenere in considerazione in quest’area è il moto ondoso proveniente dal fondale (non necessariamente la stessa componente del moto ondoso causato dal vento), poiché la piattaforma continentale su questa costa non è molto estesa, le onde possono essere notevolmente più grandi vicino ad essa, anche frangenti in prossimità di alcune secche.

Le nebbie sono più frequenti nei mesi estivi e sono generalmente costiere.

Le correnti risentono dei venti e possono provenire da qualsiasi direzione, anche se in genere hanno una direzione nord-sud.

La tattica già dall’inizio, comincia ad essere importante, dal porto di La Coruña alle Isole Sisargas, i concorrenti dovranno far rotta verso ovest facendo attenzione alle secche che possono generare mari confusi o addirittura frangenti, cercando in quel momento una rotta che li porti in mare aperto con una certa componente meridionale.

Da quel punto e fino a Capo Villano si dirigeranno a sud-ovest, se il vento lo permette. Di lì per gli skipper si aprono due possibilità, o proseguire sulla stessa rotta e cercare acque profonde dove il mare è più facile, con però il problema di avvicinarsi alla zona di separazione del traffico e avere più navi mercantili di cui preoccuparsi, oppure passare con rotta sud-sudovest e avvicinarsi alla costa, dove il mare può essere più scomodo, c’è più traffico di pescherecci e accelerazioni del vento in prossimità dei promontori Toriñana e Finisterre.

Qualunque sia la scelta che faranno, nel momento in cui attraverseranno Capo Finisterre, avranno a prua le acque aperte dell’Oceano Atlantico e, si spera, gli alisei portoghesi portanti che li accompagneranno a sud.

Sarà in quel momento, quando si lasceranno alle spalle la “costa da morte” che necessita di continui cambi di rotta e una attenzione permanente a secche, pescherecci, mercantili, etc. Solo allora avranno davvero una pausa per riflettere e dire se stessi, ora sì, ho il mondo davanti a me!