Il Class40 Obportus di Tosetto e la sinergia franco-italiana

©Riccardo Tosetto

La storia dell’imbarcazione di Riccardo Tosetto, skipper italiano della Global Solo Challenge, ci porta a viaggiare nel cuore della vela d’altura francese, in Bretagna, scoprendo altre storie di mare e di uomini. Nello spirito autentico della navigazione vi è soltanto solidarietà e anelito alla scoperta. Riccardo porterà in giro per il mondo questi valori autentici e imbarcherà virtualmente a prua della sua barca una persona molto speciale.

Riccardo, presa la decisione di iscriversi alla GSC, cerca la barca per realizzare il suo sogno. Ha le idee chiare, “ho scelto un Class40 perché volevo una barca semplice, affidabile, già pensata per solcare gli oceani e abbastanza veloce da garantirmi maggiore sicurezza nell’affrontare le depressioni. Piccola da gestire e dai costi contenuti.”

Il Class40 “Obportus” si trova a Saint-Malo, proprietà del team di Louis Burton, skipper dell’IMOCA Bureau Vallée, che passa il testimone a Tosetto perché scriva un’altra storia di mare. Obportus è un progetto dell’architetto Jacques Valer, costruito nel 2007 nel cantiere JPK Composites. Focus di nuovo sulla Bretagna.

©Riccardo Tosetto

 

Jacques Valer, ufficiale della Marina mercantile francese naviga per vent’anni sulle petroliere prima di trasformare la sua passione giovanile di disegnare barche a vela, in un mestiere. Risale al 1965 il suo primo progetto di una deriva, disegnata per degli amici. Quel talento si esprime, in seguito, per dare vita a magnifiche barche a vela. Lo stesso Valer, che da autodidatta ha raggiunto la vetta, racconta in un’intervista: “Da cinquant’anni disegno barche sulla carta, con matita e gomma, come un bambino.”

Il cantiere JPK Composites di Jean-Pierre Kelbert nasce nel 1992 per la produzione di funboard, un windsurf con una tavola più corta e senza deriva centrale, per gare di velocità e acrobazie. Quando nel 2000 il mercato si sposta in Asia, Kelbert si orienta verso la costruzione di barche cruising racer per il circuito IRC. L’incontro tra Valer e Kelbert è il punto di svolta per entrambi. Valer inizia a collaborare con il cantiere e nel 2003 viene varata la prima barca di serie, il JPK 9.60. Il resto ormai è storia della nautica.

Obportus, costruita completamente in sandwich di vetroresina è un Class40 tra la prima e seconda generazione. La Classe nasce nel 2004 per creare una categoria di barche intermedia tra i Mini 6.50 e gli IMOCA e per offrire l’opportunità ai dilettanti di partecipare ad un circuito di regate d’altura.

Le regole imposte dalla Classe sono volte a creare delle imbarcazioni oceaniche sicure e dai costi contenuti. Obportus rientra perfettamente in questa box rule: lunga 12,20 metri e larga 4,3; ha pescaggio di 3 metri. Pesa circa 4700 chili, di cui 2000 sul bulbo.

©Riccardo Tosetto

 

L’albero, il boma e il bompresso sono gli unici elementi consentiti in carbonio. L’albero ha un’altezza di circa 18 metri dalla coperta.

Per quanto riguarda le vele, “nella Class40 c’è un limite di vele imbarcate ma non nella GSC. Il viaggio è lungo e ho deciso di portare anche delle vele di rispetto. Ho una randa in technora/vectran e a prua solent, fiocco, trinchetta in LoadPath Techonora/Carbon Taffeta e una vela da tempesta. Per le andature portanti un grande drifter, un code zero e un paio di spinnaker in nylon. La superficie velica di bolina è di 115 metri quadri e di poppa arriviamo a 280 metri quadri.”

La chiglia è fissa, come da box rule, con una lama d’acciaio rivestita e il bulbo a siluro. All’interno ci sono quattro ballast, due per lato e ogni coppia di ballast può contenere 750 litri d’acqua per bilanciare la barca e per mantenerla in assetto. La carena ha uno spigolo laterale per aumentare la portanza, soprattutto nelle andature di bolina. Ha due timoni a barra.

La scelta di un Class 40 di vecchia generazione è stata ponderata e non dipende solo dal budget. “La costruzione delle imbarcazioni del 2005-’08, come la mia, in cui i volumi sono minori rispetto a quelli moderni ma il peso uguale, garantisce una maggiore solidità. Le regole di classe definiscono come peso minimo 4500 kg e la mia barca con le modifiche pesa 250-300 kg in più. Questo è un punto forte su cui ho puntato per il mio giro del mondo: meno performance, ma più affidabilità. I class40 di ultimissima generazione per quanto riguarda le velocità nelle andature portanti sono molto competitivi. Allo stesso tempo hanno una fragilità di struttura e componentistica notevole, essendo portate al limite per vincere competizioni di alto livello. Nella GSC la performance passa in secondo piano. Lo scopo è concluderla. Se non si arriva, ci si preclude anche la possibilità di fare un buon posizionamento.”

Il refit di revisione completa e attenta ma non strutturale è durato all’incirca cinque mesi, da metà novembre 2022 a metà aprile 2023, presso il Cantiere Ocean Marine di Monfalcone, vicino a casa di Riccardo.

©Riccardo Tosetto

 

“Per iniziare il cantiere dovevamo togliere la chiglia. È stata una battaglia, giocavamo su qualche millimetro. I perni di congiunzione sono trasversali, diversamente dalla chiglia di una barca normale in cui sono verticali, non ha i prigionieri. Poi è stato duro anche rimontarla.”

Albero, boma e bompresso sono stati completamente smontati e riverniciati. Il sartiame è stato sostituito con i materiali forniti da Armare: sartie in tondino e strallo di prua in tessile strutturale Zylon-PBO con una calza di dyneema, anti torsione. Le manovre, cime, scotte, rinvii e tutte le drizze, in dyneema, sono state sostituite. L’attrezzatura di coperta come winches e stopper sono quelli originali.

All’interno della barca, prima di riverniciare, hanno costruito tre paratie stagne, nel rispetto del regolamento di regata della GSC, per aumentare la galleggiabilità in caso di collisione o falla.

Una delle sole modifiche strutturali apportate è stata allungare e allargare il roof, una specie di capottina strutturale sopra il pozzetto. “In cantiere erano tutti molto dubbiosi sul roof che avevo progettato, perché nella fase di costruzione lo stampo aveva delle forme particolari. Quando l’hanno montato sono rimasti stupiti dal risultato. Da un punto di vista estetico, la barca è ancora più accattivante, ma soprattutto io sarò molto più protetto in navigazione. Per il freddo estremo, ho anche delle strutture mobili in cristal trasparente, per isolare meglio il pozzetto. Sul roof, abbiamo applicato quattro plexiglass: due sopra, per vedere le vele anche dall’interno e due leggermente inclinati ai lati, per monitorare la prua.”

©Riccardo Tosetto

 

Il motore è stato sbarcato e rettificato. L’elettronica e i piloti automatici sono stati verificati ed è stato montato un dissalatore. Un check completo dei ballast e delle boccole dei timoni ne hanno confermato l’affidabilità. La carena è stata riportata “a zero” e l’antivegetativa riapplicata. Le grafiche sono state cambiate. “La scelta delle grafiche è stata impegnativa perché è difficile immaginarla sullo scafo. Abbiamo deciso di rappresentare il mondo che è il mio simbolo, con un pallino che gira intorno in modo stilizzato, color giallo vivo su uno sfondo nero opaco.”

La gestione dell’energia in un giro del mondo è fondamentale. “Affido la produzione di energia agli idrogeneratori e al motore. Ho scelto di montare un secondo idrogeneratore, per averne uno di rispetto e per non dover spostare dieci chili di strumento a poppa ad ogni cambio di bordo. Ho aggiunto due batterie supplementari. Monterò anche dei pannelli solari anche se non ho molto spazio utilizzabile e, quando sono sporchi di sale, rendono di meno. Gli idrogeneratori restano più funzionali, producendo indipendentemente dalla luce solare.”

Riccardo è soddisfatto degli strumenti che ha trovato a bordo. Obportus ha due Bus NKE completi con due attuatori, due piloti, doppie centraline, due anemometri, che comunicano con il computer. Vi sarà anche un secondo computer portatile di rispetto. Per le comunicazioni, c’è un sistema satellitare fisso per voce e dati, un Inmarsat C che trasmette solo testo con la posizione e, da regolamento, due telefoni satellitari per gestire le emergenze. Il sistema elettrico è stato rivisto completamente e il cablaggio è stato sistemato.