Fare carena alla barca in maniera perfetta, specie per una barca da regata è essenziale. Purtroppo è uno di quei lavori in barca per cui molti cantieri si dimostrano inadeguati. Abituati a lavorare in prevalenza con barche da crociera danno qualche mano di antivegetativa alla buona senza veramente preparare il fondo a dovere. Quei pochi cantieri che sanno fare carena alla barca, lo fanno a costi esorbitanti. In questo articolo vediamo come sia possibile fare un lavoro perfetto in totale autonomia ed ottenere un risultato perfetto.
Fare carena alla barca: come ottenere un fondo perfetto da regata
Il primo passaggio è ovviamente l’alaggio, se non potete delegare, vi consiglio di essere presenti. Le barche da regata come i Mini 650 e i Class40 hanno una forma della carena a cui i gruisti non sono abituati. Molto larghe in poppa, tendono ad appruarsi moltissimo in fase di alaggio. Armati di pazienza dovrete lavorare col gruista affinché posizioni le cinghie correttamente. Un po’ di appruamento è necessario perché il crocettone non tocchi albero e sartiame acquartierato.

Tuttavia, a seconda dei modelli, può essere necessario accorciare di una mezza tacca la cinghia di prua. Le cinghie solitamente hanno più punti di attacco, e riducendo la lunghezza di quella di prua può essere la soluzione. Ma, se la barca venisse su troppo dritta, o peggio appoppandosi bisogna abortire la manovra immediatamente e riprovare. Alla fine troverete il giusto compromesso, con una barca come un Mini 650, leggere e maneggevoli non è un grosso problema. Per un Class40 potreste decidere di andare in un cantiere con travel lift per evitare sorprese.
Molti Mini 650 possono essere sollevati con 4 cinghie di sollevamento attaccate ai golfari in falchetta. Attenzione però, dovete avere le cinghie della lunghezza giusta ed attaccarvi solo ai golfari a tre punti. In ogni caso, se è la prima volta, chiedete al gruista di alzare leggermente e valutate se ci sono flessioni eccessive della vetroresina. Mi è capitato di dover abbandonare un sollevamento perché forse a causa di lavori pregressi uno dei golfari sembrava voler strappare la coperta.

Fare carena alla barca: la posa sull’invaso
Sulle barche da regata solitamente non si usano gli invasi del cantiere con le 4 o 6 gambe regolabili. Ogni barca dovrebbe avere il suo invaso con selle che ricalcano esattamente la forma della barca distribuendo il peso. Se state usando l’invaso di un’altra barca di un modello diverso dovrete armare di spessori per assicurarvi che il peso sia distribuito. Sconsiglio il polistirolo perché sotto compressione tende ad incollarsi alla barca. Potete comprare una lastra di materiale isolante per costruzioni domestiche e tagliarne pezzi di vari spessori.

Appena posata la barca sull’invaso avrete modo di dare un primo sguardo a cosa vi aspetta per fare carena. Se avete fatto i lavori voi l’anno precedente potete valutare quali punti si siano consumati più di altri. Quando ridarete l’antivegetativa quest’anno potrete dare una mano aggiuntiva nei punti interessati. I punti deboli sono solitamente la linea d’acqua, in particolare a prua, timoni e la chiglia. La barca può rimanere con la chiglia che non poggia, ovvero sulle barche da regata non occorre scaricarne il peso. Potete però intaccarla per maggiore stabilità della barca sull’invaso.

Sembra una stupidaggine dirlo ma prima che il carrello si muova controllate sempre che non siano cadute cime dalla coperta. A volte le cime d’ormeggio vengono lanciate in coperta e possono cadere. Mi è capitato di vederle finire incastrate nelle ruote del carrello trasportatore e per un pelo non vedere la barca cadere. Quando la barca è finalmente in cantiere ricontrollate ad occhio che la posa non abbia creato punti di flessione eccessivi – dopo vedremo come intervenire.
Fare carena alla barca: riportare il fondo a gelcoat
Se partiamo da una barca che non ha ricevuto il giusto amore in passato siamo costretti a tornare a gelcoat. Se ci sono infatti altri strati di antivegetativa sarà difficile ottenere un buon risultato. Una precisazione, su questo tipo di barca dobbiamo sempre avere una carena perfetta. Per questo inevitabilmente dovremo pulirla con una spugna leggermente abrasiva regolarmente durante l’anno. Per questo motivo dobbiamo scegliere una vernice a matrice dura, per esempio una per barche a motore.

Le antivegetative auto-leviganti non possono essere pulite durante l’anno. Anche se in molti porti danno buoni risultati, non saranno mai paragonabili ad un fondo ben fatto con antivegetativa a matrice dura. Tra tutti i lavori fare carena alla barca è sicuramente uno per cui è una netta divisione fra il mondo regata e il mondo crociera. Su una barca da crociera infatti potete anche dare strati nuovi sul vecchio. Potete usare un primer che formi un buon fondo aggrappante e dare la nuova antivegetativa sopra la vecchia.

Se invece per fare carena alla barca avete deciso di tornare a gelcoat vediamo i passaggi. Innanzitutto non fate i tirchi sui dischi per cartecciare, ve ne serviranno un centinaio, cambiateli di frequente. Per quanto riguarda la grana, lavorate con la 120. Solo se il tipo di vernice impasta in maniera impossibile, sarete costretti ad usare una 80. Attenzione però con una 80 dovete lavorare con la roto-orbitale piatta e non puntare mai sui bordi. Cambiate i dischi e non cadete mai nella tentazione di puntare il bordo, creerete una ondulatura permanente nel gelcoat.
Fare carena alla barca: precauzioni prima di carteggiare
Carteggiare è un lavoro faticoso, pericoloso e che richiede le giuste precauzioni. Innanzitutto verificate con le norme previste dal cantiere. In molti cantieri, anche se vi è concesso fare ccarena, dovrete usare una roto-orbitale con aspiratori. In altri posti sono più tolleranti, con una barca piccola chiedete di essere messi in disparte. Almeno non creerete troppa polvere ai vicini, anche se l’aspiratore dovrebbe essere obbligatorio per ovvie ragioni.

Proteggete innanzitutto voi, ricordate che state carteggiando una antivegetativa tossica. Non basta una mascherina di carta, fatevi un regalo e prendete una maschera seria con filtri. Indossate una tuta protettiva e cercate di evitare pelle esposta, alla fine ne va della vostra salute. Non sono mai stato un campione di attenzioni ma nel tempo mi sono abituato. Ricordo di essermi soffiato il naso ed aver capito che stavo letteralmente respirando antivegetativa, non va bene.

La barca va anch’essa protetta, questo semplicemente perché vi risparmierà un sacco di tempo in seguito. Se sporcate tutte le fiancate mentre siete lì a fare carena dovrete dedicare un sacco di tempo a ripulirle. La plastichina protettiva alta 1,8 metri è perfetta per un Mini 650. Potrete proteggere tutta la barca con un solo rotolo pre-nastrato. Un piccolo investimento che vale ogni centesimo della spesa e del tempo perso a mettere la protezione.

Fare carena alla barca: il primer
Avendo portato la barca a gelcoat dovrete per forza dare una mano di primer. Questo perché l’antivegetativa data direttamente su gelcoat tenderà a scrostarsi. Se volete proteggere la barca dall’umidità potete scegliere un primer epossidico. Questo è più difficile da dare bene per formare un fondo perfettamente liscio. Attenzione perché il primer epossidico seccandosi diventa duro come resina epossidica. Se lo date a rullino formando una superficie ruvida dovrete ri-carteggiare tutto!

Per dare il primer in maniera regolare col rullino dovete diluirlo. Per risultati perfetti diluite di più della raccomandazione. Preparate sempre poco primer per volta nel vostro vassoio e mischiate bene. Altrimenti vi capiterà di fare zone col primer tiratissimo ed altre dove il diluente è evaporato e la vernice è spessa. Saper fare carena regolare senza punte, effetti buccia d’arancia ed altro richiede la giusta dose di pratica ma non parliamo di fantascienza.

Se disponete di una tenda per verniciatura o siete in grado di realizzarla con dei teli vi consiglio di verniciare a spruzzo. In molti cantieri che consentono di far lavori in barca potete chiedere di essere messi in disparte per avere lo spazio di manovra. Specie con una barca piccola un posto si trova. Dopo aver dato il primer vi consiglio di far passare un giorno. Poi con una carta 120, a mano libera, dare una leggera passata che livelli leggere imperfezioni prima di concludere il lavoro di fare carena dando l’antivegetativa.
Fare carena alla barca: verniciatura a spruzzo
Verniciare a spruzzo vi permette di ottenere risultati impensabili a rullino. Molti pensano che sia un lavoro difficile o non praticabile in tutte le situazioni. Magari non disponete di un compressore adatto oppure la scomodità di portarlo al cantiere rappresenta un problema. Anche perché dal compressore dovrete far partire una linea d’aria lunga a sufficienza per permettervi di lavorare senza spostare in continuazione il compressore.

Una alternativa, che richiede solo un tubo con attacchi adatti è usare bombole da sub. Il tubo richiede da un lato un attacco per pistola e dall’altra uno adatto a sostituirsi ad una frusta della bombola. Lo feci realizzare da AR NAVAL a Spezia per 30 euro. Vi consiglio di montare poi un regolatore di pressione fra bombola e pistola di verniciatura. Il regolatore della bombola porta a 6 bar ma a voi ne servono massimo 2, col un regolatore aggiuntivo triplicherete la durata della bombola.

Con due bombole piene da 18 litri riuscirete a dare primer e due tre mani di antivegetativa. Se avete un patentino sub potete noleggiare le bombole o se avete le vostre farvele caricare per 5 euro circa. Ovviamente se avete un compressore questa soluzione non serve. Nel mio caso mi serviva poter verniciare anche in luoghi senza corrente, o dove avrei avuto bisogno di tante prolunghe. Infatti portandomi una bombola potevo fare ritocchi al volo o pitturare numeri in coperta.

Fare carena alla barca: dare l’antivegetativa
Se lavorate con la vernice a spruzzo, dovrete diluirla molto di più di quanto indicato per darla a rullino. Quella che darete sarà perfetta ma piuttosto sottile, quindi normalmente davo tre mani. Una quarta per tutta la linea d’acqua, la prua, la chiglia, i timoni. Avendo protetto la barca con la pellicola non avrete problemi come sporcare le fiancate. Inutile dirlo, ma vaporizzando una sostanza tossica dovete usare una maschera seria con filtri e nessuno deve assistere. Fate caso anche al vento ed eventuali persone nei paraggi, montando i telo temporaneo di verniciatura in modo adeguato – non visibile nelle foto di questo articolo che avrebbero reso impossibile fare le foto.

E’ opportuno dire che se non usate una tenda protettiva questa pratica non è ammessa. Se il cantiere ha sufficienti spazi e vasche di raccolta del particolato carteggiato potrebbe tollerare la carteggiatura, ma non la verniciatura. Ancora più importante quando verniciate verificate che la vernice non esca dalla tenda.

L’antivegetativa data così è perfetta, lucida come uno specchio, una finitura invidiabile. Per esperienza vi dico che se ne dà molta meno che a rullino quindi anche il livello di protezione è minore. Una volta in acqua però, prima di ogni regata ed allenamento immagino siate già abituati a passar la spugna. Se lo fate regolarmente l’antigvegetativa a matrice dura resiste tutta la stagione. Non lasciate troppo tempo fra le pulizie, perché se vi troverete a grattare inevitabilmente porterete via la vernice.

Fare carena alla barca: Il problema dell’invaso
La barca poggiata sull’invaso lascia due enormi sezioni coperte dalle selle su cui non potete fare carena. Un Mini 650 per fortuna pesa anche meno di 1000 chili, dipende dal modello. Diciamo al massimo 1500. Ora vi indico una tecnica, con tutti i disclaimer del caso – a vostro rischio e pericolo! Fare carena alla barca a spruzzo per poi lasciare due strisce da verniciare prima del varo sulla vernice vecchia senza neanche carteggiare è un peccato.
L’alternativa, in sicurezza, è quella di chiedere al cantiere di spostare con la gru la barca sull’invaso. Basta spostare la barca in avanti on indietro di 30-40 centimetri ed aggiustare gli spessori e proseguire coi lavori. Prima di spostare la barca fate passare almeno 24 ore perché l’antivegetativa già data si secchi. Altrimenti si incollerà all’invaso e al momento del varo vedrete che schifezza avete combinato.

Io mio ero attrezzato realizzando delle M con dei tubi innocenti con una sezione a vite. Messa sotto-sopra, la gamba regolabile fungeva da punto di sostegno dell’invaso temporaneo. Con una M a prua ed una M a poppa (con delle T sulle basi) a mano sollevavo la barca. Mi bastava sollevarla quel tanto da far scorrere l’invaso e poi ri-appoggiarla. L’invaso con le selle rimaneva sempre sotto la barca scostato di qualche centimetro. Diciamo che il rischio era minimo, la barca poteva al massimo riposarsi sulle selle.

Fare carena alla barca : terminare col lucidare la barca
Terminati i lavori di verniciatura potremo rimuovere tutta la protezione intorno alla barca. La barca non si sarà sporcata, ma una bella lucidata la riporterà a nuovo. Se ci sono dei punti di ruggine potete comprare in ferramenta un anti-ruggine a pochi euro invece di usare lo Star-Brite. Messo su una pezza di stoffa e strofinato toglie le macchie di ruggine in pochissimo tempo. Dimenticavo, con l’antiruggine non dovete pulire i metalli, perché è corrosivo e dovreste poi ri-lucidarli.
Proseguite poi con una pasta per carrozzieri per pulire le fiancate. Proseguite qualche metro alla volta, io mi trovavo meglio con la pasta rispetto ai liquidi per lo stesso scopo. La componente abrasiva dei liquidi era troppo bassa e per riprendere un gelcoat stanco dava pochi risultati. Invece, con pasta ed olio di gomito ed una lucidatrice si otteneva un risultato perfetto.

Se siete in un cantiere all’aperto è sempre meglio lasciare la lucidatura alla mattina prima del varo. I cantieri sono sempre posti sporchi e la barca lucidata e lasciata una settimana in cantiere tornerà sporca. Se riuscite appunto fate questo come ultimo dei vostri lavori.
Fare carena alla barca: finalmente il varo
Se avete usato la tecnica dei sostegni temporanei o spostato al barca con la gru, siete pronti al varo dopo aver terminato di fare carena alla barca. Non dovrete così preoccuparvi di dipingere la zona delle selle durante il varo. Questo vi dà anche la flessibilità aggiuntiva di non essere presenti al varo. Ma per le barche da regata, se il cantiere non è molto abituato a movimentare barche così diverse da quelle da crociera meglio essere presenti. Questo sempre per il problema delle cinghie.

Nel momento in cui la barca viene sollevata, se le cinghie non sono messe bene la barca si appruerà. Nel farlo però rischia di scivolare sull’invaso e rigare tutta la vernice data con così tanta cura. Può essere necessario tenere giù di forza l’invaso a poppa che tenderà ad alzarsi. Preparate una cima a prua ed una a poppa per maneggiare e girare la barca durante il varo. Se siete in un cantiere con travel lift è tutto più semplice ovviamente. Ma molti cantieri non accendono volentieri il travel lift per un piccolo mini ed usano la gru con croce e fasce.
Fare carena: la manutenzione una volta in acqua

Come anticipato dovrete poi regolarmente tenere la carena pulita con una spugna. All’inizio vi basterà una scotch-brite del colore meno abrasivo. Verso fine stagione avrete bisogno di quella più abrasiva. Questo eroderà la vernice e alla fine sarà ora di nuovo di fare carena alla barca. Dal punto di vista regate, avrete però un fondo perfetto tutto l’anno.
In queste foto vedete una tecnica poco ortodossa ma sicuramente funzionale al fare carena con barca in acqua. Legando la drizza ad una trappa e cazzando di winch potete portare la barca anche a 90 gradi. D’altronde lo si fa regolarmente durante le prove di stazza, non c’e’ motivo di pensare che questo danneggi la barca. Con una idropulitrice vi risparmierete un’immersione che è vietata e in molti porti non tollerata. Non so cosa diranno a vedervi armeggiare con una barca sbandata ma tecnicamente non vedo il problema.

Quanto costa fare carena alla barca
Per fare un calcolo dell’impegno che richiederà fare carena alla barca dovete ragionare per superficie e non per lunghezza. Un Mini 650 ha circa 10-12 metri quadri di opera viva. Un Class40 30-40 metri quadri, inclusa chiglia e timoni. Per i costi in questo caso, non sono lineari con la lunghezza della barca, ma sono proporzionali al quadrato della lunghezza o quasi.
Se escludiamo le operazioni di alaggio e varo e movimentazioni di cantiere per un Mini 650 dovrete mettere in conto materiali e manodopera. Per un lavoro accurato come quello descritto avete quasi almeno 300 € di materiali e 3-4 giorni di manodopera. Certo facendo le cose alla buona si fa carena anche in un pomeriggio, ma non stiamo parlando dello stesso lavoro.
Infatti i preventivi dei cantieri possono essere sorprendentemente bassi. Per un Mini 650 la richiesta potrebbe essere di 600€, ma vi assicuro che sarete fortunati se la barca riceverà anche la minima carteggiata superficiale. Per un lavoro come quello descritto un cantiere non potrebbe chiedervi meno di 1500€, per questo il fai da te è così diffuso nel mondo delle regate. Ricordate anche che con un po’ di pratica si possono ottenere ottimi risultati anche a rullino.