©Louis Robein
Due occhi azzurri come il mare che vedono lontano, così lontano da sognare il giro del mondo in solitario. Un cuore grande e generoso che desidera condividere la passione per il mare e mostrare agli altri le stelle, anche a chi non le ha mai viste o non può più vederle per un difetto visivo.
Louis Robein, navigatore francese sulla soglia della settantina, ha dovuto conquistarsi il diritto a navigare. Nato a Moselle, una città sede di miniere di carbone nel nord est della Francia, al confine tra la Germania e il Lussemburgo, sviluppa tardi, intorno ai 18 anni, la passione per la navigazione ma poi non si ferma più.
A 24 anni, quando inizia a lavorare, incomincia a praticare con costanza la vela. Nel 1994, da amatore, si iscrive alla sua prima Solitaire du Figaro, una delle regate più dure ed impegnative del circuito dei navigatori solitari in Francia. Louis partecipa a otto edizioni.
“Alla prima edizione a cui ho partecipato, ho vissuto la scoperta della competizione, perché non ero abituato a regatare, tanto meno in solitario. Venivo dalla vela da diporto, quindi dal punto di vista della sicurezza ero molto preparato ma non ero per niente competitivo. Il mio scopo era quello di vedere quello che ero veramente capace di fare. Sono stato accolto benissimo prima dall’organizzazione e poi dai professionisti che mi hanno incoraggiato a perseverare.

Ci sono state delle tappe molto dure – le tappe nella Solitaire du Figaro vanno in media dai tre ai sei giorni di navigazione in solitario – con tempeste e condizioni meteorologiche e di navigazione difficili. Perché ne ho fatte così tante? Sono diventato la mascotte. Mi piaceva quell’ambiente in cui c’è un forte spirito d’équipe e tutti si aiutano a terra.”
Nel 1999 – 2000 salta la Solitaire du Figaro per partecipare alla Transquadra Solo, una traversata atlantica in solitario. Una bella prova per iniziare in bellezza il millennio, che però non è facile per gli skipper. “Nell’inverno del 1999 c’è stata una serie di tre tempeste che hanno investito l’Europa causando gravi danni a causa dei forti venti. La navigazione tra queste depressioni sul mio piccolo Figaro era al limite. Forse è uno dei momenti più complessi che ho vissuto in navigazione.”
Dopo il 2002, l’organizzazione cambia modello di barca per correre alla Solitaire du Figaro e Robein lascia la classe, ma continua a navigare, in modalità crociera.
Nel 2019 mentre segue le vicissitudini degli skipper del Vendée Globe, Louis scopre il lancio della Global Solo Challenge. Sente che questa regata potrebbe essere fatta proprio per lui che da anni sogna di fare un giro del mondo anche in equipaggio e a tappe, ma non è facile costituire un gruppo che lo segua. “Mi è sembrato subito che con la mia preparazione ce la potessi fare. Quando ne ho parlato con delle persone che mi conoscono, mi hanno subito detto che ne sono capace. Allora mi sono detto è un bel progetto, farò tutto il possibile per realizzarlo”.
Inoltre, la sua imbarcazione, un X-37 che Louis ha dal 2010, è ammessa dal regolamento. Si iscrive e comincia a preparare il suo progetto che si autofinanzia completamente, con grandi sacrifici.

Umile, come tutte le persone grandi, Robein racconta i punti forti che gli altri navigatori hanno visto in lui fin dal suo primo exploit nella classe Figaro e che lo aiuteranno a condurre al meglio il suo giro del mondo. “La perseveranza e la tenacia sono le doti che mi vengono riconosciute. Dicono di me che sono sempre entusiasta quando faccio qualcosa che amo e che non mi scoraggio mai, non mi lascio abbattere. Riesco sempre a cogliere il lato buono anche nelle difficoltà.”
Per prepararsi al giro del mondo, Louis ha puntato tutto sulla preparazione della barca ma anche sulla navigazione e un po’ di allenamento fisico generale.
“Tra gennaio e giugno 2022 ho fatto un giro dell’Atlantico a tappe, misto sia in solitario che in equipaggio. Dalla Francia, tappa alla Canarie e arrivo in Guadalupa, in equipaggio. Ho fatto la qualifica in solitario per la Global Solo Challenge tra la Guadalupa e le Azzorre. Poi sono partito per Madeira in equipaggio e ho compiuto in solitario la navigazione da Madeira alle isole Baleari e, per concludere, in doppio fino alla Francia.”
Robein imbarca per il suo giro in oceano sia amici con cui ha già navigato sia un equipaggio speciale, degli ipovedenti con i loro accompagnatori. Infatti, Louis, dopo che è andato in pensione, è volontario dell’UNADEV, Union Nationale des Aveugles et Déficients Visuels. “Ho sempre cercato di aiutare chi ha bisogno. Sono contro l’assistenzialismo ma cerco di dare fiducia e permettere a queste persone di fare quello che riescono a fare. Mi piace condividere la mia passione per la vela con loro e sono ormai cinque anni che collaboro con loro.”
Louis racconta che questa missione lo arricchisce molto umanamente. Le persone ipovedenti o non vedenti non possono andare in bicicletta o in monopattino. Guidare l’automobile è escluso. La barca a vela è l’unico mezzo che possono condurre ed è qualcosa di incredibile per loro. Nel corso del tempo e degli allenamenti acquistano sempre più autonomia, grazie anche ad un software sviluppato da uno dei responsabili e a degli strumenti montati a bordo. Gli aspiranti velisti possono fare non solo delle regate tra tre boe ma anche brevi regate costiere e l’istruttore vedente interviene solo in caso di pericolo.

“Tutti i martedì navigo con loro, nelle vicinanze di Lyon, per insegnare i fondamenti della vela e qualche nozione di regata. Ho partecipato ad uno stage di una settimana con loro in Corsica e quando ho fatto il mio giro in Atlantico alcuni di loro hanno partecipato, accompagnati da un animatore. Nel corso della prima tappa, dalla Francia alle Canarie, ho imbarcato un ipovedente, che può ancora intravvedere le cose. Mi raccontava che dopo che aveva perso la vista non aveva più visto le stelle. Allora gli ho mostrato Sirio, una delle stelle più brillanti e l’ha vista. Così tutte le sere cercava di orientarsi da solo e di ritrovare la sua stella. È stata un’esperienza molto forte,” racconta il nostro skipper delle stelle.
La grande sensibilità di questo skipper si esprime anche nel nome delle sue barche, così carico di significato: “Le Souffle de la mer”, il respiro del mare. “Quando ho partecipato alla prima Solitaire du Figaro volevo trovare un nome alla mia barca che ricordi e celebri la natura. La mia filosofia è che non si deve lottare contro la natura ma bisogna vivere e navigare in sintonia con essa. Se si è contro la natura, si ha perso in partenza. Questo nome collega la vela e la natura: il respiro è il soffio del vento sulle vele e il respiro del mare spinge il veliero. Voglio associare anche l’alto della natura, il vento, e il basso, il mare. Ma la parte fondamentale è la natura con cui dobbiamo convivere.”
I punti forti della sua imbarcazione sono la solidità e l’affidabilità. Robein ha acquistato la sua imbarcazione nel 2010 e da tredici anni sta navigando e testando tutta l’attrezzatura. Già dalla prima perizia, prima dell’acquisto, era emersa proprio la solidità nella costruzione e nei materiali e in questi anni Louis ha navigato molte miglia per plasmare sulle sue esigenze questo bellissimo “Le Souffle de la mer III”.
L’obiettivo dello skipper francese è di finire la regata e portare a compimento il suo giro del mondo. “Quando potrò accelererò, sono sempre un regatante ma la priorità è la sicurezza e terminare il percorso. Mi sono formato in Figaro, quindi so che posso andare lontano e farò del mio meglio per dimostrarlo.”
Credo che i migliori navigatori siano quelli che hanno dovuto conquistare il diritto a navigare, come Magellano che era originario di un paesino dell’entroterra portoghese.
“Ci sono delle incognite nel percorso, ad esempio non ho mai navigato nel Grande Sud ma sento più forte l’entusiasmo di fare dei grandi surf sulle onde, di vedere gli albatros e magari rivivere un grande momento di grazia circondato dai delfini, come mi era capitato anni fa nel Golfo di Biscaglia.”
Buon vento Louis! Che l’oceano ti regali tante emozioni e tante stelle da insegnare e da condividere ancora con tante persone.
