La strambata è indubbiamente è una manovra più tecnica e delicata di una virata. Per molti motivi, a partire dal boma che passa di colpo da parte a parte, è una manovra temuta. Sulle barche con volanti poi la manovra si complica ulteriormente specie con vento forte. Le volanti possono essere “non strutturali” e dunque tecnicamente non tengono su l’albero. Oppure sono “strutturali” e se non usate correttamente comportano il disalberamento.
Le barche con “volanti strutturali” sono sempre più rare, grazie al successo dell’armo frazionato con crocette acquartierate. Con crocette acquartierate le “volanti” non tengono su l’albero, ma con vento forte ricoprono comunque un ruolo importante in manovra. Con vento forte infatti ci dobbiamo preoccupare di evitare shock all’albero e alle vele. Non necessariamente perché si disalbererebbe ma perché alla lunga le manovra violente logorano i materiali, alla trozza del boma etc.
Nel breve video che segue vediamo la manovra fatta da un equipaggio di allievi di un corso. Il vento era sui 25 nodi e nonostante l’affollamento in pozzetto la sequenza degli eventi è ben precisa. Vedremo come le volanti vengono sfruttate per far da freno a quello che sarebbe altrimenti il violento passaggio del boma. La manovra va fatta però con un timoniere che sa tenere una buona andatura in poppa. Inoltre occorre seguire la sequenza delle manovre senza intoppi.
Strambata con volanti e vento teso
Analisi della strambata
La strambata è composta di una sequenza precisa, analizziamo innanzitutto quanto succede per la randa. Sulle barche con voltanti e con vento teso, infatti la randa è un aspetto delicato che va capito nei dettagli.
Step 1 – Trasto randa al centro
Come primo passaggio portiamo il carrello del trasto randa al centro, questo per evitare che debba “viaggiare” su tutta la rotaia in strambata. Inoltre come vedremo per portare la randa al centro dobbiamo usare anche il trasto.
Step 2 – Lasciar il trasto libero di scadere sottovento in strambata
Per farlo dobbiamo assicurarci che la cima del trasto randa dal lato opposto possa scorrere. Sul lato opposto a quello appena recuperato filiamo la cima oltre il suo stopper per assicurarci che non si blocchi.
Step 3 – Randa al centro
A questo punto possiamo portare la randa al centro. Il timoniere dovrà fare attenzione a non orzare e mantenersi ben poggiato. Se orzasse mentre cazziamo randa provocherebbe una straorza. Rimanendo bene in poppa la randa invece non genera forza laterale.

Step 4 – Nuova volante cazzata
Con la randa portata al centro possiamo cazzare la volante sottovento. Quando avremo finito di farlo la vela e il boma saranno appoggiati alla volante. La volante che era in uso, dopo la strambata non deve impedire al boma di scadere sottovento.
Per questo dobbiamo togliere la cima di controllo dal self-tailer del winch. Facendo ordine ci assicuriamo che la parte libera della cima sia libera di filare e non sia sotto i piedi di nessuno. Lasciamo la cima con due giri sul winch ma libera. Così facendo al momento della strambata la volante agirà da freno. Questo evita una strambata violenta che col tempo può danneggiare o logorare i materiali.
Step 5 – Tutto è pronto per chiamare la strambata
E’ importante che il timoniere, navigando in equipaggio indichi chiaramente che sta per strambare. Una chiamata ad alta voce mette tutti in guardia, per evitare incidenti col boma in passaggio.

Step 6 – Il timoniere poggia e stramba
Compiute tutte queste azioni il timoniere può poggiare e strambare.
Step 7 – Filare scotta randa
Al passaggio del boma dobbiamo filare la scotta randa. Come detto la volante che ora si trova sottovento deve essere libera di filare per agire da freno. Non dobbiamo esitare a filare scotta altrimenti se il timoniere orzasse la barca potrebbe partire in straorza sulle nuove mura.
Step 8 – Mettiamo a punto la randa
Per farlo continuiamo a lascare randa e volante fino a mettere a punto la randa e completare la strambata.
Vediamo il tutto riepilogato in questo video di una strambata secondo gli step precedenti.
La vela di prua in strambata
Fin’ora non abbiamo parlato della vela di prua. A seconda dell’intensità del vento potremmo avere il Solent (genoa), la trinca, o uno spinnaker asimmetrico. Vediamo le azioni per ciascuna di queste vele anche in base all’intensità del vento.
La trinca
La trinca è armata su uno strallo interno, ovvero più a poppa dello strallo di prua principale. Le sue scotte non hanno impedimenti nel passaggio durante la strambata e per questo è la vela più facile da gestire.
Nel preparare la strambata dovremo semplicemente preparare la nuova scotta sul winch. Mettiamo in chiaro quella in uso e ci prepariamo (Step 5) a filarla tutta. La cima non deve incepparsi, impigliarsi, quindi va sempre messa in chiaro prima della manovra. Quando il timoniere chiama la strambata aspettiamo che la vela si sventi (poppa piena) e lasciamo andare la scotta vecchia. Dall’altro lato recuperiamo la nuova scotta.
E’ importante non lasciarla andare troppo presto perché la vela rischia di fare un giro attorno al suo stesso strallo. Se per esempio nella parte alta ha una o più stecche queste potrebbero poi dare problemi. Ovvero quando andiamo a recuperare sul nuovo bordo la vela farà una piccola fastidiosa caramella con la stecca piccola. Per evitarlo dobbiamo appunto ritardare il rilascio della scotta. Possiamo anche aspettare che il vento scontri la vela gonfiandola al contrario prima di lasciarla. Senza però poi esitare perché con vento forte possiamo causare una straorza.

Il Solent (Genoa) – senza stralletto armato
Se la nostra trinca, che è armata su uno strallo volante è disarmata o il suo strallo a riposo, la manovra è la stessa. Questo perché anche il Solent sarebbe libero di passare da un lato all’altro senza intoppi. Tuttavia spesso lo strallo di trinca rimane armato. Per esempio durante il mio giro del mondo alla Global Ocean Race, era sempre armato per scelta. Il motivo era semplice, nel caso di rottura dello strallo di prua si avrebbe avuto più probabilità di salvare l’albero.
Sembra una precauzione assurda, purtroppo ho disalberato ben due volte con quella barca. Non per errori o incidenti, ma per un cedimento strutturale di una componente in acciaio. L’acciaio è un materiale infingardo, puoi navigarci 50.000 miglia e non succede nulla. Il giorno che decide di cedere lo fa senza avvertimento. In entrambi i disalberamenti non avevo lo stralletto di trinca armato e potete dunque intuirne l’importanza.

La seconda volta pensate ho disalberato in quasi totale assenza di vento mentre ancora stavo issando la randa. Ovviamente il pezzo che ha ceduto lo ha fatto dopo migliaia di miglia di sollecitazioni, ma solo qualche settimana prima avevo navigato per 2.000 miglia dall’Inghilterra all’Italia. Nello stretto di Gibilterra abbiamo trovato levante e per entrare abbiamo fatto bordi con oltre 50 nodi di vento. Ma l’attacco dello strallo non ha ceduto quel giorno, bensì in un giorno di sole nel golfo di Spezia.
Il Solent con stralletto armato
Se lo stralletto è armato, il Solent non riesce a passare in strambata. Lo spazio fra lo strallo di prua e lo stralletto e troppo poco e la vela rimane incastrata. Forma una pancia fra i due stralli ma non scorre e scivola sottovento. Se la vela è ingarrocciata abbiamo solo due opzioni, aiutarla a mano o disarmare lo stralletto di prua. Se invece la vela è avvolgibile, come su molti Class40 dobbiamo arrotolarla e svolgerla sul nuovo bordo.

Questa manovra è relativamente semplice, quando è tutto pronto si fila scotta e avvolge con la cima dell’avvolgitore. Subito dopo esserci curati della randa, possiamo srotolare il Solent sul nuovo bordo. Per farlo basterà lasciare la cima di controllo dell’avvolgitore e cazzare scotta fino a metterlo a punto.
Code Zero, Code 3, Code 5
Se a prua abbiamo una vela inferita su un cavo antitorsione la manovra è la stessa. Qui il problema non è lo stralletto interno ma lo strallo di prua. Dunque allo stesso modo descritto sopra al tutti pronti si lasca scotta ed avvolge vela. Dopo la strambata si può finalmente strotolarla, il tutto richiede poco tempo. La manovra è molto agevole e non presenta grossi problemi o difficoltà.

Spinnaker asimmetrico
Se a prua abbiamo uno spinnaker asimmetrico, il grande (A2) o il medio (A6) le cose cambiano. Qua si apre uno dei dibattiti più lunghi della storia delle vele di prua. Strambata con passaggio delle scotte interno (rispetto alla balumina spinnaker) o strambata esterna? La decisione va presa a tavolino quando si issa la vela visto che il circuito delle scotte va armato prima. Il circuito è per una piuttosto o l’altra manovra e non è di fatto possibile cambiare idea all’ultimo. Saremmo costretti a slegare le scotte e ripassarle per cambiare manovra.

Strambata esterna
Per fare una strambata esterna, tutto rimane uguale fino allo step 5. La manovra, per quanto concerne la vela di prua richiede grandissima coordinazione fra timoniere e chi sta alle scotte. Infatti la riuscita della manovra dipende interamente dal timing della lascata spinnaker rispetto alla poggiata. Dobbiamo lascare quando la vela ha ancora vento per essere fatta volare a bandiera a prua della barca. Contestualmente dobbiamo aspettare a cazzare la nuova scotta. Se la cazziamo prima che la vela abbia passato la mezzeria chiuderemmo la vela a palla con bugna e mura alla base dello strallo.

Aspettando invece che la vela abbia passato la mezzeria, possiamo recuperare la nuova scotta senza che si “impalli”. La manovra è molto efficace e veloce e non a caso è tipicamente usata nelle regate in boa dove il tempo è tutto. Tuttavia presenta tutta una serie di inconvenienti che la rendono poco adatta alla grande vela d’altura. Innanzitutto, col circuito armato, la scotta a riposo deve riposare su una piccola stecca che spunta dal bompresso.
I rischi
Nella grande altura però non è raro fare planate in cui si naviga fendendo onde con violenza in planata. Il bompresso spesso si trova ad andare sott’acqua con onda. Comunque in altura si rimane per ore o giorni sullo stesso bordo e spesso la barca naviga senza nessuno in pozzetto. Prima o poi, ve lo assicuro, vi capiterà che la scotta scavalli dalla stecchetta su cui riposa e finisca in acqua.
Questo può diventare pericolosissimo, infatti la cima può incastrarsi in un timone. Se abbiamo un taglia alghe la scotta può incastrarsi ed impedire il libero movimento della barra. Può trasformarsi in una situazione drammatica, con per esempio una strambata involontaria con tutti i possibili danni del caso. Il taglia alghe è una