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Competenze tecniche o forza mentale, quale sarà la chiave del successo per i concorrenti alla GSC?
Ronnie Simpson – Shipyard Brewing @globalsolochallenge Le sfide sono all’ordine del giorno per i quindici concorrenti ancora in gara alla GSC. La selezione naturale avvenuta ancora prima di superare la linea di partenza è stata implacabile per questi pochi eletti i cui progetti sono riusciti a prendere il largo partendo da una lista di quasi 60 candidati iniziali attraverso un percorso di preparazione dei loro progetti meticolosa e sfidante. Ora, giunti finalmente nel vivo dell’azione, la lotta per difendere e realizzare il loro sogno non è terminata. I fattori che influenzano il successo di un giro del mondo in solitaria senza scalo sono numerosi e talvolta imprevedibili. Tutti gli skipper sono navigatori esperti con anni, o addirittura decenni, di esperienza in mare, anche se non tutti hanno navigato nei mari del Sud. Le loro imbarcazioni sono equipaggiate per affrontare gli oceani più duri in solitario nel guardo di riferimento di un esigente regolamento per partecipare all’evento. Tuttavia, esistono molte variabili incontrollabili, tra cui le condizioni meteorologiche, che sono prevedibili ma non sempre di facile gestione. Un altro aspetto importante da tenere in considerazione è la capacità di anticipare tutte le possibili avarie e di far fronte ad ogni singolo imprevisto


Traguardi e drammi in alto mare alla Global Solo Challenge
©Andrea Mura È stata un’altra settimana fantastica di vela alla Global Solo Challenge, una settimana piena di traguardi da celebrare per molti skipper e di drammi per alcuni. Il ritmo incessante dell’Atlantico meridionale e Indiano ha messo alla prova mentalmente gli skipper e ha testato la resistenza di barche e attrezzature di fronte a vento, onde, umidità, basse temperature, raffiche e molte altre sfide. Delle 16 barche partite da A Coruna finora, 15 sono ancora in gioco, Juan Merediz su Sorolla è l’unica barca ad essersi ritirata formalmente a causa di un guasto all’autopilota il 6 novembre. Delle altre, tutte tranne una hanno attraversato l’equatore, lasciando solo Kevin Le Poivedin nell’emisfero nord. Partito quasi un mese in ritardo a causa di un infortunio alla schiena e alcuni problemi tecnici, lo skipper di Roaring Forty ha visto la sua determinazione e pazienza messe alla prova. Invece di trovare condizioni di navigazione favorevoli e veloci nel suo approccio alle Canarie, la sua discesa nell’Atlantico lo ha visto inaspettatamente di bolina verso sud in venti di sud ovest non tipici di questa stagione. Poi, proprio quando pensava di aver superato l’area influenzata dai sistemi di bassa pressione del Nord Atlantico,, lo skipper australiano si


Viaggio alla scoperta delle emozioni e delle prospettive degli skipper della GSC
©Cole Brauer I giorni trascorrono veloci alla GSC, ma per gli skipper ogni ora e ogni giorno sono colmi di novità e sorprese: alcune piacevoli, altre più ardue da affrontare. L’oceano, implacabile, scava in profondità nell’anima dei navigatori. L’acqua salata, il vento e le onde che sollecitano e logorano, miglia dopo miglia, l’equipaggiamento delle barche nella grande avventura della GSC, agiscono allo stesso modo sui marinai. Affrontando le sfide disseminate sulla loro rotta, scoprono innumerevoli aspetti nascosti della loro personalità e trovano le risorse, per rialzarsi dopo ogni difficoltà, che non avrebbero mai pensato d’avere. Dafydd Hughes: emozioni in alto mare e sogni di terra Dafydd Hughes a bordo di Bendigedig, il primo a partire e in navigazione da oltre tre mesi, racconta che nel suo giro del mondo sta vivendo ogni sorta di emozione. Da un estremo all’altro, dalla gioia alla disperazione. Questi sentimenti emergono e variano a seconda se stia ammirando un tramonto o se abbia sentito un “rumore strano” che proviene dalla barca, preludio forse di un guasto tecnico imminente. Per Dafydd, come per molti altri concorrenti, l’ansia è una costante compagna di viaggio, innescata principalmente dalla paura di un problema tecnico o dall’avvicinarsi di una


La sfida degli Oceani del Sud: Navigare nelle acque impietose della Global Solo Challenge
©Cole Brauer Nell’ultima settimana della Global Solo Challenge, la maggior parte degli skipper in mare si è confrontata, alcuni per la prima volta, con gli implacabili e dinamici mari del Sud. Mentre la flotta di coloro che hanno raggiunto il grande sud si estende da Tristan da Cunha al sud dell’Australia, ogni skipper affronta sfide uniche, incarnando lo spirito della navigazione in solitaria. Cole Brauer: Una Dolce Ascesa nelle Classifiche A bordo di ‘First Light’, Cole Brauer ha condiviso una storia toccante su “il Buono, il Brutto e il Cattivo” che l’hanno portata a partecipare alla Global Solo Challenge, con l’obiettivo di diventare la prima velista americana a navigare in solitaria non-stop intorno al mondo. Giudicata troppo “bassa” durante una selezione per “The Ocean Race” un anno fa, Cole ha finora messo in mostra una performance impressionante, che l’ha vista riconquistare il secondo posto nelle classifiche virtuali di arrivo previsto e confermare di tenere la testa “alta” nelle sfide degli Oceani del Sud. Questa impresa straordinaria dimostra la pura determinazione e abilità richieste per affrontare la sfida di navigare in questi mari imprevedibili che non fanno distinzioni di “altezza” o di “genere”. Philippe Delamare: Un Viaggio di Diecimila